Come ho scoperto il Reiki

La scoperta del Reiki arriva in maniera casuale, o apparentemente casuale. Probabilmente, sentirai ogni racconto di chi pratica questa disciplina iniziare allo stesso modo.

Il Reiki, è sì energia universale, ma energia universale intelligente, il caso è solo un nostro modo per definire in maniera colloquiale un evento sincronico.

Per quanto mi riguarda tutto è iniziato seguendo una puntata - molto interessante, che ti consiglio di ascoltare - del podcast “Il Bazaar Atomico” durante la quale è stata intervistata la psicoterapeuta Gabriella Marventano, ecco il link:

https://www.youtube.com/watch?v=H1U5LU4QcwM


L’autrice parla in particolare del suo libro “La Psicologia dei Miracoli”, un breve ma molto ricco volumetto riguardante il rapporto tra guarigione, suggestione ed energie sottili. Sono tanti gli esempi riportati, anche storici come le guarigioni operate dallo stesso Gesù Cristo.

Durante l’intervista, molto interessante, Marventano nomina il Reiki, di cui lei è praticante; lì mi si accende un interesse, una persona che sto stimando, una persona con una formazione scientifica utilizza questo sistema di guarigione energetica, a quel punto il Reiki ha trovato una chiave per entrare nella mia vita.

Il Reiki mi ha posto davanti una sorta di bivio, ovvero se tutto ciò in cui credo è vero, e quindi ci credo veramente come anche altre persone ci credono per averlo sperimentato, allora la pratica del Reiki ha un senso ed è la manifestazione concreta di tutto questo, altrimenti non studiare il Reiki e non applicarlo significa non aver mai creduto davvero alla natura energetico\spirituale della realtà, a quel punto avrei dovuto accantonare i miei Tarocchi, i pendoli, avrei dovuto abbandonare Jung, I Ching e magari anche i testi divulgativi di fisica che pure amo e grazie ai quali ho sviluppato la consapevolezza che tutto, è energia.

Bene, io ho scelto la pillola rossa, ed ho accolto la pratica del Reiki come una quotidiana scoperta.